venerdì 11 maggio 2012


Mia libertà


La sera dopo, all’ora di cena, ha telefonato Aldo. Si è scusato a nome di tutti per il loro comportamento del sabato, ha detto che si sono accorti di aver esagerato… poi ha aggiunto: “però anche te, cacchio…”
“Io cosa?”
“No, niente”. E’ stato un attimo in silenzio poi ha aggiunto “Claudio, vorrei farti sentire una canzone che mi prende un casino… è forte, davvero”. Ha armeggiato un po’ col giradischi ed ha messo una canzone di Franco Califano che mi ha fatto venire i brividi.
                                                        L' urtimo amico va via,
                                                       
domani se va a sposà,
                                                       
se gioca la libertà pure lui.
                                                        
Er vecchio gruppo ‘ndò stà,
                                                       
me li so' persi così
                                                       
se sò scordati de me,
                                                       
Tanto amici e poi... tiè!
                                                       
Ogni cosa se ne và,
                                                       
finisce er ciclo de 'n'età,
                                                       
domani chiude er bar in fondo a 'na via.

La notte questi versi mi ronzavano nelle orecchie al punto che non riuscivo a prendere sonno. Beh io mica mi vado a sposare -pensavo-, ma il fatto di essermi messo con Camilla… solo adesso me ne sto rendendo conto… mi fa perdere un po’ della mia libertà. Mortacci!  La libertà!! La cosa a cui tengo di più in assoluto!!!
In effetti fin da ragazzino ho sempre anelato alla libertà, la mangiavo col pane la libertà… alle medie ero un ragazzino ingenuo e sprovveduto, credevo che tutti mi volessero bene… e vivevo di libertà… cinema… amici… scorribande. Vicine di casa con quel modo di fare ambiguo, un po’ amicone e un po’ nave scuola… luoghi comuni…frasi fatte… ragazze che volevano appiccicarsi a me, mentre io sognavo pizze e corse in motorino…. Ecco, da giovane, ogni volta che vedevo qualcuno o qualcosa mettere a rischio la mia libertà io mi sono sempre chiuso a riccio… ed ora, di colpo la mia libertà si riduceva… sabato con Camilla, domenica con Camilla, magari qualche sera con Camilla… per carità era una cosa stupenda… ma, per dire una cazzata,  se una domenica mi fosse venuto voglia di andare a vedere la Roma, mica avrei potuto portarci che lei odiava il calcio. Quella notte compresi che tra me e la libertà c’era un vetro. Non avrei mai permesso a nessuno di mettercelo, né ai miei genitori né alla scuola… e sono andato a mettermelo da solo. Avevo vent’anni e pur senza conoscerle rifiutavo d’istinto tante cose del mondo adulto; provo a fare un elenco, ma so già che senz’altro risulterà incompleto: i debiti, la pubblicità, le puttane, il moralismo, i partiti politici, le trasmissioni TV a puntate, quelle che, come sirene, ti invitavano ogni giorno oppure ogni settimana alla stessa ora… sentivo confusamente che tutte queste cose che sto citando alla rinfusa avevano un denominatore comune che me le rendeva invise, odiose, ripugnanti, ma non riuscivo a definirlo. Solo oggi che sono carico di rughe e di capelli bianchi (stavo per scrivere di saggezza, ma mi sembra poco saggio anche solo pensarlo nonché scriverlo…) ho capito quale fosse questo denominatore comune: erano tutte persone cose o situazioni che avrebbero limitato la mia libertà. Ma quella sera, nel mio letto in cui non riuscivo a prendere sonno, mi posi una sola domanda: sto facendo una scelta intelligente o una cazzata a buttarmi a capofitto in questa storia con Camilla? Boh. “The answer my friend, is blowin’ in the wind, the answer is blowin’ in the wind” come diceva il grande Bob Dylan. Quella notte però, come altre volte nella mia vita, ebbi la netta percezione che stavo varcando una soglia. Come la prima volta che mi sono allontanato da casa… come quando ho acceso la prima sigaretta… come la prima volta che ho pensato “io quella lì me la farei”… come la prima volta che un tipo in strada mi ha dato del lei…come la prima volta che mi hanno fermato i carabinieri. C’è sempre una prima volta per tutto.



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