giovedì 29 settembre 2011

TI RACCONTO UNA CANZONE

IN PRINCIPIO ERA L’IDEA…
Questa raccolta di racconti in origine non era stata pensata per la divulgazione, ma avrebbe dovuto rimanere un mio sfizio personale di quelli a cui non permetto di uscire dal mio cassetto (che poi in realtà è un file). Un giorno leggendo su una rivista che molti cantautori (da Dylan a Ligabue, da Guccini a Vecchioni…) si sono cimentati anche con la narrativa, mi è venuta spontanea questa riflessione: se tutti i cantautori anziché appunto essere tali si fossero dedicati solo alla narrativa oggi non avremmo alcune delle canzoni che più amiamo… ma probabilmente avremmo al loro posto dei bellissimi racconti. Allora ho provato ad immaginare come avrebbero potuto presentarsi sotto forma di racconto le mie canzoni preferite… ho cominciato per gioco, poi il gioco mi ha preso la mano ed è nata questa raccolta. Il lettore non ci troverà nessun esponente della canzone d’autore anglosassone, data la mia conoscenza minima dell’inglese e, proprio perché sono partito da un lavoro sui testi, ho privilegiato gli autori italiani e ci ho messo solo un paio di canzoni straniere (più che altro un omaggio alle due uniche lingue che parlo oltre l’italiano e ai due paesi che, per motivi diversi, mi porto nel cuore. Degli italiani mancano Baglioni (al cui “Piccolo grande amore” ho dedicato un intero romanzo breve che racconta tutte le canzoni dell’omonimo disco più un paio da “E tu”), Vasco Rossi (non lo conosco molto, ma credo che le sue canzoni contengano riflessioni e sensazioni, non storie nel vero senso della parola), Lolli e Ligabue (ogni volta che mi accingo a trasformare in racconto “Morire di leva” o “Quando mi vieni a prendere” mi assale l’angoscia e non riesco a scrivere nulla) e Gaber le cui canzoni sono già racconti in musica. Gli altri, quelli che amo almeno, ci sono tutti, qualcuno, privilegiato!!! anche con due pezzi

PREFAZIONE

C’è un motivo se io preferisco le canzoni di qualche anno fa a quelle di oggi e le canzoni dei cantautori a quelle dei cantanti, oltre, beninteso ad ovvie ragioni anagrafiche: a me piacciono le canzoni che raccontano una storia, non quelle che usano le parole come puro pretesto fonico di supporto alla musica. E sulle storie che le canzoni raccontano mi piace fantasticare, mi viene voglia di saperne di più, di approfondire: quante volte mi sono chiesto quale sia la città da cui lei parte in treno alle 7.40 per lasciare un lui che però la raggiunge con l’aereo delle 8.50… oppure, per rimanere a Battisti, chi sia la persona che mette in allarme il marito, rivelandole che Francesca non è a casa, ma gira per la città vestita di rosso ed abbracciata ad un altro: la madre di lui? un vicino di casa? un’amica magari non del tutto disinteressata? Non lo saprò mai. Certo non sempre questo approfondimento è positivo: da un’intervista televisiva a Fabrizio De André ho appreso che Marinella, la protagonista di quella che è forse la più bella canzone italiana di tutti i tempi non “viveva senza l’ombra di un dolore”, non “scivolò nel fiume a primavera”, non ebbe a che fare con un “re senza corona e senza scorta”: era invece una prostituta scaraventata nella Bormida o nel Tanaro (Fabrizio non ricordava il nome del fiume) da un occasionale cliente con cui era venuta a diverbio.
Ecco allora il senso del mio lavoro: immaginare una storia dietro una canzone, per il puro piacere di raccontare, senza intenti didascalici o ideologici, senza messaggi: un pretesto per entrare dentro canzoni che amo, restare un po’ di tempo in loro compagnia ed impadronirmene.
Con la speranza, nemmeno tanto segreta e nascosta, di spingere anche il lettore ad ascoltare queste canzoni che nel corso degli anni mi hanno regalato tante emozioni.
Qualcuno si chiederà perché tra tante canzoni di autentici poeti e giganti della canzone d’autore ho messo anche una mia canzone… beh l’ho fatto un po’ per scherzo e un po’ per megalomania, dopo tutto, parafrasando lo slogan sessantottesco delle femministe “il libro è mio e lo gestisco io”…
Nota: Il racconto “FIUME SAND CREEK”, fermo restando che il personaggio del narratore è di fantasia, è basato su avvenimenti storici autentici rigorosamente documentati, come autentici sono tutti i nomi; i racconti “IL TEMPO SE NE VA”, “LA GITA” e –limitatamente al personaggio di Maria- “ANCHE PER TE” sono liberamente ispirati a fatti e persone reali; in tutti gli altri racconti nomi, avvenimenti e persone sono di fantasia e senza riferimenti alla realtà, men che meno alla vita privata degli autori delle canzoni

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